Il turismo a Zanzibar Post Covid è ripreso alla grande.
Diciamo che la battuta di arresto c’è stata soltanto nel 2020, quando tutto il mondo era in lock down.
Per diversi mesi l’isola è rimasta deserta, anche se di fatto a Zanzibar un lock down vero e proprio non c’è mai stato.
Il governo infatti decise di non chiudere l’isola e già verso la fine del 2020 i primi turisti han cominciato a tornare.
Per tre quattro mesi a cavallo tra il 2020 ed il 2021 sono arrivati solo turisti russi e ucraini, paesi in cui non c’era il lock down.
Credo che l’unica meta tropicale in cui si potesse andare fosse proprio Zanzibar.
Da allora il turismo Post Covid a Zanzibar ha davvero subito una impennata.
Da giugno 2021 son tornati in massa soprattutto turisti francesi, che credo attualmente rappresentino la maggioranza dei turisti a Zanzibar.
Mentre in passato la percentuale maggiore era data dai turisti italiani, che a Zanzibar son di casa da tanti anni.
Turisti e non solo
A Zanzibar, in seguito alla pandemia che ha colpito il mondo, sono arrivate anche tante persone che han deciso di stabilirsi qui.
Per periodi più o meno lunghi.
Quando il resto del mondo era chiuso Zanzibar ha accolto tanti “muzungo”, bianchi in lingua kiswahili, che sfuggivano alle restrizioni della pandemia.
Tanti avevano la possibilità di lavorare in remoto e quindi quale posto migliore di un paradiso tropicale?
Dove poter lavorare vista oceano, senza dover indossare mascherine e praticare distanziamento sociale?
Dove la vita è meno cara rispetto a tanti paesi occidentali, anche se ultimamente pure qui i prezzi hanno subito un’impennata.
Altre persone sono arrivate qui nella speranza di rifarsi una vita, magari vendendo le attività al proprio paese e investendo i soldi qui nel turismo.
Intere famiglie hanno ricominciato qui, mandando i figli alla scuola internazionale e imparando ad adattarsi ai ritmi sonnolenti dell’isola.
Cosa non facile e non scontata!
Il rovescio della medaglia
Come dicevo il turismo a Zanzibar Post Covid ha subito un’impennata ma questo ha pure i suoi risvolti negativi.
L’isola è esplosa e dovunque sorgono cantieri per nuovi alberghi o abitazioni.
Il paesaggio è letteralmente cambiato e villaggi come Paje o Jambiani sono cresciuti a dismisura: tantissimi negozi, case private, guests houses, alberghetti.
Tutto per sopperire alla domanda di un turismo che cresce in maniera esponenziale.
Il problema è che son carenti o mancano del tutto le infrastrutture.
Abbiamo tanti problemi con l’acqua potabile, per cui bisogna comprare camion di acqua praticamente tutti i giorni.
L’energia elettrica per ora c’è, anche se so che in Tanzania, da cui dipendiamo per la fornitura di corrente, la tolgono per parecchie ore tutti i giorni.
L’immondizia, altro grande problema di forte impatto ambientale, non viene nella maggioranza dei casi smaltita in maniera corretta.
Si costruisce ovunque, ma senza un vero e proprio piano regolatore, a volte dei veri obbrobri.
Insomma il paese vive in funzione del turismo e il prezzo da pagare è spesso alto.
Naturalmente il costo della vita è lievitato, complice anche l’aumento dei prezzi delle materie prime e dei beni importati.
Per la gente locale credo proprio sia difficile arrivare a fine mese!
Paese che vai usanze che trovi
Zanzibar è un paese al 95% musulmano, quindi con usi e costumi completamente diversi dai paesi occidentali.
Purtroppo tanti turisti non se ne rendono conto e pensano che qui tutto sia lecito.
Soprattutto in questi ultimi due anni ne ho viste di tutti i colori.
Non è raro vedere turiste in abiti succinti o in costume in giro.
Va bene in spiaggia ma non quando si gira nei villaggi o in città. Siamo in un paese musulmano!
Ovunque ci sono party e feste, con un gran consumo di alcol e non solo.
Perché venire a sfondarsi in un paese dove non sarebbe consentito?
Purtroppo è in aumento anche il turismo sessuale.
Gettonati dalle calorose occidentali sono i beach boys ed i masai. Al fascino dell’esotico non si resiste!
Ricordatevi che l’omosessualità qui è un reato!
Insomma prima di viaggiare o venirci a vivere è bene informarsi!
Gli abitanti sono accoglienti e calorosi, ma cerchiamo nel limite del possibile di rispettare i loro usi e costumi.
A casa nostra lo pretendiamo.
Facciamo lo stesso qui!
Inevitabili cambiamenti
In questi ultimi anni ho assistito a tanti forse inevitabili cambiamenti.
Nel turismo a Zanzibar Post Covid, ma non solo.
Forse sono una nostalgica, ma credo di aver vissuto gli anni migliori di Zanzibar.
Quello che vedo ora spesso mi rattrista.
Tanti turisti senza consapevolezza del paese che visitano.
A volte sembra di essere a Ibiza o in altri luoghi famosi solo per i party e le discoteche.
I problemi di sempre che sembrano a volte insolubili.
Ricordo con nostalgia gli anni in cui camminavo da Paje a Jambiani e la spiaggia era vuota. C’erano pochi alberghi e l’isola era tutta da scoprire.
Tanti amici han lasciato l’isola o i rapporti si sono raffreddati.
Cerco di ritagliarmi la mia stanza tutta per me e di godere delle bellezze del paesaggio, dei ritmi tranquilli della sua gente e del sole praticamente tutto l’anno. Ma a volte questo non basta
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