Camille Claudel scultrice. Lei è stata una delle più grandi , una delle poche direi, purtroppo finita in manicomio
Diciamo che la vita non è stata molto clemente con me, nonostante e forse a causa del mio talento.
Come sa son nata in Francia nel 1864 da una famiglia abbastanza benestante.
Mia madre purtroppo non mi ha mai amata: avrebbe voluto un altro figlio maschio, dopo che il primogenito era morto.
Invece son nata io, figlia femmina e per giunta stramba e diversa ai suoi occhi.
Una bambina dai grandi occhi celesti, curiosa e con la passione per la scultura.
Passione che ho scoperto da piccola. Diciamo che questo era il mio talento, era un fuoco che avevo dentro e sentivo l’urgenza di tirarlo fuori, di esprimerlo.
So che Camille Claudel scultrice ha avuto un rapporto speciale con il fratello Paul.
Si, io e mio fratello Paul da piccoli eravamo molto vicini. Passavamo tanto tempo assieme, soprattutto all’aperto nella campagna francese. Lui scriveva ed io cominciavo a modellare l’argilla che trovavo nei fossi.
Avevo questa urgenza, forse sfogavo nella materia la mancanza di amore di mia madre.
Che mi ha sempre osteggiata in tutti i modi, non capendo questa mia passione.
Del resto una donna artista, per giunta scultrice, non era certo ben vista nella bigotta e ottusa società dell’800.
Ci si aspettava che una donna trovasse un buon partito, si sposasse e facesse figli.
Io invece a Parigi frequentavo altre artiste, vivevo sola in una casa piena di gatti.
Insomma ero una strega!
Quanto a mio fratello con gli anni abbiamo finito per allontanarci, lui si è rivelato rigido ed ottuso, bigotto e intransigente.
Forse si è fatto influenzare da nostra madre.
Peccato….. ci siamo persi!
Mi parli del suo rapporto con lo scultore August Rodin.
Quando conobbi August Rodin lui era un affermato scultore di 24 anni più grande di me.
Ero andata a perfezionare l’arte della scultura da lui, ma l’allieva superò il maestro e questo forse era intollerabile.
Lui aveva capito il mio talento ma in qualche modo si è approfittato di me, della mia ingenuità e dell’amore che provavo per lui.
Abbiamo vissuto anni di grande passione, ma lui non ha mai avuto il coraggio di lasciare per me la donna che gli aveva dato un figlio e di vivere il nostro amore totalizzante.
Un copione visto e rivisto.
Io avrei fatto qualsiasi cosa per lui.
E’ vero che durante quegli anni ho scolpito le mie opere più belle: il Valzer, Sakountala, l’Age Mur.
Opere che testimoniano la mia sofferenza e la mia grandezza.
Ho pure aiutato Rodin in alcune sue opere , anche se alcuni maligni per screditarmi dissero che diverse mie opere erano sue.Balle!
Per me la scultura era tutto, ho speso i miei soldi per realizzarle, mi son sacrificata in un mondo tanto maschilista che cercava in tutti i modi di ostacolarmi.
Scolpire oltre al talento richiede uno sforzo fisico. Immagini scolpire con gli ingombranti abiti dell’800!
Eppure non mi sono mai tirata indietro.
La mia caduta è iniziata con la fine dell’amore per Rodin, che scelse l’altra.
Cominciai a lasciarmi andare, a diventare violenta, a uscire solo di notte.
Ma non ero pazza, mi creda.
Furono sua madre e suo fratello a farla internare.
Purtroppo si. Passi mia madre che mi ha sempre odiata, ma mio fratello è stato di una crudeltà inaudita.
Anche dopo la morte di nostra madre ha firmato per tenermi in manicomio, nonostante i medici dicessero che non ero pazza né pericolosa. Non ha mai risposto alle mie lettere ,mi ha abbandonata e ha smesso di venire a trovarmi.
Perché tanta cattiveria nei miei confronti?
Perché accanirsi con una persona solo perché è diversa e non vuole conformarsi a quello che la società si aspetta da lei.
Al mio funerale non è venuto nessuno e mi hanno buttato in una fossa comune!!!
Sai Camille, vorrei tanto abbracciarla e dirle che non è sola, che ha un’amica su cui contare ed una spalla su cui appoggiare la testa.
Vorrei che tutti conoscessero la sua arte ed il suo talento.
Peccato invece che tanti talenti vengano riconosciuti troppo tardi.
Vorrei dirle che le voglio bene e magari ci incontreremo nell’aldilà e potremo parlare come vecchie amiche.
“I have fallen into an abyss. I live in a world so curious, so strange. Of the dream that was my life, this is my nightmare.”
Camille Claudel
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