La mia Africa e’ rappresentata dall’indimenticabile Kenia.
La prima volta che ho messo piede in Kenia nel lontano 2004 e’ stato amore a prima vista.
Sin da piccola,senza apparente motivo,ho sentito un forte richiamo per l’Africa.
Forse erano le avventure di Tarzan a farmi sognare, il senso di liberta’ di questo uomo cresciuto nella giungla,che non doveva render conto di niente a nessuno.
Era la gente con la pelle nera che mi incuriosiva.
Tanto e’ vero che dissi a mia nonna di regalare una Barby nera a mia sorella che era un’amante di questa bambola.
Certi amori non si spiegano,perche’ in casa mia non si parlava di Africa.Nessuno si interessava alla gente di colore,che ancora non aveva cominciato a migrare in Italia.
Ricordo pero’ di aver fatto amicizia con uno studente nero all’Universita’ di Padova e di averlo invitato a casa mia.
Gia’ allora mia madre manifesto’ la sua avversione per questa gente e non capiva perche’ facessi amicizia con gente tanto diversa!
Era forse la legge del contrappasso che cercava di punire la nostra stirpe padana?
Esiste il mal d’Africa?
Io credo di si,se con Mal d’Africa si intende un amore inspiegabile ed il desiderio di tornare in una terra che ci ha stregati.
Ma come penso esista il Mal d’Asia o il Mal d’America Latina.
Per me l’Africa ha rappresentato la terra dei primordi,li’ dove la vita dell’uomo sembra aver avuto inizio.
Un continente ricco e pieno di contraddizioni.
Ricordo l’arrivo a Mombasa nel lontano 2004,un giorno di fine giugno in cui ancora in Kenia non faceva caldissimo ma c’era una luce meravigliosa.
Quella luce che in Africa ti abbaglia rendendo i colori accesi e vivi.
E durante il viaggio da Mombasa a Watamu ebbi la sensazione di esser tornata in qualche modo a casa.
Una cosa inspiegabile.
Questa era la mia Africa : l’indimenticabile Kenia
Al Temple Point: indimenticabile Kenia
Il villaggio turistico Temple Point dove lavoravo era ancora chiuso,per dar modo al personale di organizzare tutto per l’apertura dopo poche settimane.
Ero impaurita perche’ avevo pochissima esperienza lavorativa in quel campo,ma tanta voglia di imparare. Tanti colleghi molto piu’ giovani con cui fare amicizia.
Una stagione impegnativa mi aspettava ma con l’aiuto di tutti quella che inizio’ con una timida partenza si rivelo’ come una delle stagioni piu’ belle della mia vita,di quelle che lasciano un segno indelebile nel cuore.
Ricordi che mi portero’ per tutta la vita.
Uscivo da un periodo difficile,durante il quale mi ero ammalata di depressione e avevo perso la gioia di vivere.
I sei mesi in Kenia furono il regalo piu’ bello.
Per le tante persone incontrate,per le bellissime esperienze vissute,per aver toccato con mano la Mia Africa.
Ricordo di aver ringraziato l’Universo per essere uscita dal buco nero in cui ero precipitata ed avermi ripagata col regalo piu’ bello:un’esperienza di vita e lavoro in Africa.
Credo che nella vita toccare il fondo insegni ad apprezzare quello che abbiamo e a non dare niente per scontato.
E che se si ha pazienza e forza di volonta’ alla fine in qualche modo si viene ripagati.
Almeno questo e’ quello che e’ successo a me.
L’Africa ed il Kenia non sono certo perfetti,anzi son pieni di contraddizioni e ingiustizie.Sono corrotti,intrisi di violenza,poveri.
Ma io ho deciso di concentrarmi sulle cose belle invece di sottolinearne i difetti.
Mi son lasciata ammaliare dai sorrisi della sua gente,dai suoi profumi,dai colori dei suoi mercati.
Ho ammirato i grandi predatori e le timide gazzelle nel loro habitat,la savana multiforme dello Tsavo o le distese erbose,punteggiate di acacie, del Masai Mara.
Mi son persa tra gli stretti vicoli di Lamu,la piu’ antica citta’ del Kenia, durante il Ramadhan.
Dove i turisti si contavano sulle dita di una mano e ci sembrava di essere nel film La Mia Africa.
Lamu dove l’unico mezzo di trasporto consentito sono gli asini e con un fascino ancora incontaminato.
Ho ammirato le rovine della città araba di Gede,risalenti al tredicesimo secolo,dove e’stata girata una scena del film Nel Continente Nero.
Ho visitato i villaggi di argilla dei masai e scoperto un popolo di guerrieri,fiero,di allevatori di bestiame.Uno dei popoli le cui tradizioni stanno forse svanendo spazzate via dalla modernita’.
E mi son divertita come una pazza a ballare nelle discoteche locali con colleghi,rastoni e prostitute.
Ho pensato che mia madre,se mi avesse vista,sarebbe morta d’infarto!
Ma come tutte le cose belle,ci sono un inizio ed una fine.
E forse restan belle e memorabili proprio per questo,perche’ non durano in eterno e non subentra la routine con l’inevitabile noia.
Il Kenia resta comunque tra i ricordi più belli della mia vita.
“Una sola cosa volevo allora: tornare in Africa. Non l’avevo ancora lasciata,ma ogni volta che mi svegliavo,di notte, tendevo l’orecchio,pervaso di nostalgia” Hernest Hemingway
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