Avete mai sentito parlare del Turismo Ispirazionale di Silvia Salmeri?
Ne voglio parlare in questa intervista con lei.
Ciao Silvia ci siamo conosciute qualche anno fa al corso per Inspirational Travel Designer. Ti vuoi presentare brevemente? Ci vuoi parlare del Turismo Ispirazionale?
Ciao Annamaria e grazie per questa opportunità!
Ho 35 anni e sono nata e cresciuta a Bologna, da genitori siciliani.
Qualche anno fa le mie origini “terrone” hanno iniziato a chiamare e sono riuscita a riconnettermi con il mio amato sud anche grazie al mio attuale compagno, Nicola, di origini calabresi.
Abbiamo fatto per un bel periodo la vita da nomadi su e giù per l’Italia, dividendoci tra Bologna e Soverato.
Ma da quando l’anno scorso siamo diventati genitori di Enea in piena pandemia abbiamo deciso di fare il salto e trasferirci a Soverato.
Per far crescere il nostro bambino al mare e migliorare la qualita’ della nostra vita.
Amo il mio lavoro, la mia famiglia e amo molto anche mangiare! Per fortuna Nicola è un ottimo cuoco quindi sono in mani sicure (perché non amo altrettanto cucinare!)
Sei fondatrice di Destinazione Umana, agenzia di viaggi sui generis. Ce ne vuoi parlare?
Certo. Destinazione Umana è un tour operator online specializzato in viaggi ispirazionali (concetto che abbiamo ideato) al femminile. Perché noi crediamo nel Turismo Ispirazionale.
Il nostro obiettivo è spostare il focus dalla meta alla persona e, nello specifico, all’ispirazione che sta cercando da quel determinato viaggio.
Per questo, in ogni pacchetto sono comprese 2 ore di travel counseling (una prima di partire e una al rientro).
Attraverso il travel counseling cerchiamo di capire quali aspettative hanno queste donne dal viaggio che andranno ad intraprendere, cosa vogliono portarsi dietro, cosa lasciare a casa. Cerchiamo di supportarle, anche attraverso un diario ispirazionale con alcuni esercizi che diamo in regalo.
Lo scopo è l’interiorizzare al massimo l’esperienza, per unire l’utile al dilettevole e far sì che diventino anche viaggi di crescita personale.
Come ci hai detto al corso, non importa dove si va ma importa chi si incontra, importa la dimensione umana del viaggio. Che cosa ti ha ispirato questo tipo di approccio?
Era il 2012, io mi ero appena licenziata dal famigerato “posto fisso” per lanciarmi nell’avventura di gestire un B&B sulle colline della Valsamoggia, in provincia di Bologna.
È stata quell’esperienza da host che mi ha regalato l’intuizione. Quello che notavo era che i miei ospiti erano sì interessati alle camere, alla colazione, alla scoperta del territorio…
Ma c’era qualcosa di più.
Si passava molto tempo a chiacchierare, a condividere le reciproche storie, ad ispirarci a vicenda.
Allo stesso tempo, gestendo una piccola struttura ricettiva fuori dalle mete mainstream, mi ero resa conto che non c’erano strumenti di promozione adeguati alla mia attività.
Così ho pensato: lo faccio io! È nata in questo modo l’avventura di Destinazione Umana, per rispondere a quelli che interpretavo essere i nuovi bisogni sia dei viaggiatori che degli host.
Il turismo così come lo abbiamo conosciuto noi sta subendo delle profonde trasformazioni, dovute anche alla pandemia che ha provocato una significativa battuta di arresto.
In quest’ottica quale pensi sia il futuro del turismo?
Io credo che in generale lo stile di vita di tutti noi stia subendo delle profonde trasformazioni e forse non tutte, purtroppo, saranno transitorie.
Dal mio umile punto di vista, mi pare si stia delineando uno spartiacque tra quello che eravamo prima e quello che siamo e che diventeremo dopo il covid.
Vorrei essere positiva, come generalmente sono, ma non credo andrà tutto bene come ci siamo raccontati nel 2020.
Per dirla con un francesismo: gli stronzi rimarranno stronzi. Anzi, forse si incattiveranno di più. Per tutti gli altri è sicuramente un enorme opportunità di cambiamento.
Noi che il viaggio lo abbiamo sempre inteso come uno strumento per migliorare gli stili di vita, puntiamo a questi ultimi.
Lavorando nel turismo sto constatando coi miei occhi come un certo turismo di massa stia davvero stravolgendo in negativo la realtà di tanti paesi, nel mio caso Zanzibar.
Cosa possiamo fare noi per contrastare tutto ciò?
Come sempre, credo più nelle rivoluzioni individuali che in quelle “globali”.
Possiamo solo lavorare affinché tutte le persone che hanno aperto gli occhi anche grazie alla pandemia, decidano di vivere, lavorare e viaggiare in maniera più sostenibile. O ispirata, come diremmo noi.
Come dicevamo la pandemia ha messo in standby il turismo, perlomeno il turismo internazionale.
Ma ha anche fatto sì che molti italiani riscoprissero il proprio paese e le bellezze di cui l’Italia detiene un primato mondiale.
Penso davvero che mai come ora il turismo ispirazionale abbia un senso. In questa ottica cosa si può fare per valorizzare tutte le piccole realtà di cui l’Italia è ricca?
Quello di cui adesso tutti parlano, ossia il turismo di prossimità, è quello che noi promuoviamo da anni attraverso l’organizzazione di itinerari ispirazionali.
Viaggi che grazie all’unione di attività stimolanti, nuove compagne di viaggio da conoscere, host e accompagnatori che sono vere destinazioni umane ti indirizzano a scegliere nuove mete.
Mete che magari non avresti mai visitato (anche solo perché non conosciute) e che grazie a questo mix ti spingono invece a farlo.
Questa è la nostra ricetta e nel nostro piccolo, finora, ha funzionato!
Si può davvero cambiare vita viaggiando?
Io credo di sì. Per me è stato così e conosco tante altre persone che potrebbero affermare la stessa cosa. Certo, non vale per tutte né è questo il nostro obiettivo.
A noi basta regalare nuove ispirazioni per migliorare il proprio stile di vita.
Non tutte vogliono cambiare radicalmente, a volte basta semplicemente nuovo ossigeno per rigenerare le cellule e vedere le cose da punti di vista diversi!
Ai vostri corsi e nei viaggi che proponete la stragrande maggioranza del pubblico è femminile. Questo perché?
In generale, ci rivolgiamo a persone che sono in una fase di cambiamento e le donne il cambiamento ce l’hanno dentro. Fa parte della nostra natura ciclica. Probabilmente dipende da questo.
Dimmi un viaggio che ti è rimasto nel cuore.
La prima volta che sono stata in Calabria.
Ero partita per cercare delle risposte e mi sono imbattuta nel mio compagno.
Io gli sono stata antipatica, lui per me era praticamente invisibile.
Però mi piace pensare che avevo chiesto aiuto alle stelle e loro l’hanno messo sulla mia strada proprio durante quel viaggio! Poi che mi sia innamorata prima della Calabria e poi di lui è un’altra storia, che magari ti racconterò la prossima volta!
Un luogo dove non sei mai stata e dove vorresti andare.
Al di là dell’Italia, di diversi paesi europei e di un viaggio on the road negli USA ho praticamente tutto il mondo da scoprire.
Ho solo che l’imbarazzo della scelta e questa pandemia mi sta facendo aumentare la fame di mondo.
Non appena sarà possibile partire sogniamo di andare in Argentina e magari farci un bel giro dell’ America Latina. Che sognare in grande non costa nulla!
Un augurio per il futuro del mondo dei viaggi.
Mi auguro che tutti noi non rimanderemo più il viaggio che sogniamo di fare. Che sia il weekend dietro casa con le amiche o il viaggio in solitaria dall’altra parte del mondo. Perché viaggiare significa vivere.
Se siete interessati a fare del Turismo Ispirazionale con Silvia Salmeri ,potrete scoprire tutte le offerte di viaggio al seguente indirizzo: www.destinazioneumana.it.
Se volete diventare Inspirational Travel Designer potete fare il corso (attualmente online dal vivo). Contattando www.inspirationaltravelcompany.it.
Con l’augurio di tornare tutti presto a viaggiare!
No Comments