Zanzibar è un’isola felice o no?
La popolarità di Zanzibar isola felice è rapidamente cresciuta negli ultimi 10 anni, complice il clima soleggiato quasi tutto l’anno ed il mare dalle mille sfumature.
Alla sua fama ha contribuito anche il fatto che in molti paesi non si può più viaggiare.
Questo dovuto a terrorismo, malattie, cambiamenti climatici e all’attuale pandemia.
I ritmi sono lenti, come ben si addice a un’isola tropicale.
Per questo Zanzibar è un’isola felice?
Qui la filosofia è quella dell’Hakuna Matata( nessun problema) e del Pole Pole(con calma ).
I turisti sono arrivati a frotte negli ultimi anni.
All’inizio la maggior parte erano italiani, poi francesi ed ora dell’Est Europa, soprattutto russi e polacchi.
Gli svantaggi di un certo tipo di turismo di massa a Zanzibar isola felice.
Dovunque ci sono cantieri aperti ed alberghi e resort son spuntati come funghi.
Questo purtroppo ha un impatto ambientale non indifferente, perché si costruisce ovunque, spesso senza rispettare le distanze dalla costa e senza alcun criterio.
La cementificazione porta ad erosioni del litorale e a dissesti del territorio.
Le scarse risorse ambientali vengono destinate al turismo, spesso a discapito della popolazione.
In secondo luogo le risorse idriche son mal distribuite perché non esistono acquedotti.
Il sistema idrico fa acqua da tutte le parti per dirla con un eufemismo.
Gli abitanti si arrangiano come possono.
Dal canto loro gli alberghi cercano di sopperire a queste difficoltà ed in molti provano ad aiutare le popolazione locale installando tubi e rubinetti nei villaggi.
Un altro grosso problema sono i rifiuti. Purtroppo non esiste un sistema pubblico di smaltimento e riciclaggio. E quindi spesso i rifiuti finiscono in discariche a cielo aperto o peggio ancora in mare.
Fortunatamente negli ultimi anni si son mossi dei privati, soprattutto albergatori. Cercando di promuovere la raccolta differenziata ed il riciclo.
Questo ha consentito di creare posti di lavoro e di ridurre l’impatto ambientale.
Ma occorrono serie politiche da parte del governo e la volontà di risolvere i tanti problemi che affliggono l’isola.
Il turismo ha migliorato la qualità’ di vita?
Sicuramente il turismo a Zanzibar isola felice ha dato lavoro a tante persone, anche e soprattutto della terraferma.
Son nate scuole di turismo .Molta gente ha trovato lavoro negli alberghi o nell’indotto.
Di conseguenza anche molte donne hanno iniziato a lavorare fuori casa, contribuendo al miglioramento del tenore di vita.
Le donne si son rilevate spesso molto più affidabili degli uomini.
Perché abituate da sempre a farsi carico dei figli e della famiglia. Son molto più responsabili e ci tengono che i figli abbiano da mangiare e vadano a scuola.
Grazie al turismo il PIL del paese è cresciuto notevolmente. Ed anche il tenore di vita di molte persone è migliorato.
Anche se molti soldi finiscono nelle casse dello stato e servono per mantenere uffici ed apparati governativi.
Cosa succederà all’isola con la pandemia di Corona Virus?
Ma ora, con l’epidemia di Corona-virus, quale sarà il destino di un’isola che vive prevalentemente di turismo?
Sicuramente l’impatto sarà notevole, sia per i bianchi che hanno investito nel turismo, sia per la popolazione locale.
Si prevede che almeno fino alla fine dell’anno non arriveranno turisti. Molte strutture chiuderanno ed altre aspetteranno tempi migliori.
Molta gente perderà il proprio lavoro negli alberghi.
C’è poi da considerare tutto l’indotto.
I negozi che campano sui turisti come i negozi di souvenir. I negozi di forniture alberghiere ed i negozi di materiale per le costruzioni.
I Tour Operator e tutti coloro che organizzano escursioni compresi i tassisti.
Noi al canto nostro speriamo vivamente che l’epidemia sia contenuta perché qui sarebbe una ecatombe dal punto di vista sanitario.
Non esistono strutture sanitarie adeguate e la popolazione non ha i mezzi per curarsi.
Ed il distanziamento sociale è molto duro da praticare per gli africani.
Cosa faranno gli abitanti?
Di sicuro cambieranno molte cose con la scomparsa dei turisti.
C’è però da dire che la popolazione ha una straordinaria capacità di accettazione e adattamento.
Del resto sono abituati a vivere con poco e a condividere con gli altri quello che hanno.
L’isola si è svuotata ed è impressionante vedere le strade della città vuote e le serrande dei negozi abbassate.
Solo il mercato è animato, confusionario e colorato come sempre.
Le spiagge si animano al tramonto solitamente di bambini che giocano e pescatori che ritornano dal mare.
L’isola è ritornata ai suoi abitanti ed è come doveva essere prima dell’avvento del turismo.
Zanzibar è ritornata ai suoi ritmi sonnolenti, all’indolenza e al fatalismo che le sono propri.
Ma son sicura che per la popolazione sarà più facile sopravvivere che per noi Muzungo, troppo abituati agli agi ed al benessere.
Del resto in mare si continua a pescare e gli alberi continuano a dare i loro frutti.
Quindi qualcosa da mettere sotto i denti ci sarà sempre!
Il post l’avevo scritto ai tempi dello scoppio della pandemia.
Da allora è passato un anno e Zanzibar isola felice si è riaperta al turismo internazionale.
Dallo scorso agosto i turisti son ritornati. Prima poche centinaia, per poi arrivare a qualche migliaio al giorno.
Il governo tanzano ha deciso di non chiudere le frontiere perché senza turisti qui sarebbe stata una catastrofe.
E devo dire che la scelta è stata azzeccata. Qui abbiamo la possibilità di vivere al caldo tutto l’anno, senza inquinamento e praticando un normale distanziamento. Quindi in questi mesi abbiamo vissuto tranquilli e la gente ha potuto riprendere a lavorare.
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