Voglio portarvi alla scoperta di Stone Town,capitale dell’isola di Unguja,piu’ notoriamente conosciuta col nome di Zanzibar.
Questa citta’ suggestiva,ricca di fascino e carica di storia, con i suoi magnifici palazzi risalenti all’epoca della dominazione omanita , merita piu’ di una visita.
Perdetevi pure nei suoi stretti vicoli,alzate la testa e guardate le facciate dei palazzi,i portoni intarsiati, i bellissimi balconi,l’intrico di fili elettrici,le donne che furtive sbirciano dalle inferriate e capirete perche’ questa citta’ e’ stata nominata dall’Unesco Patrimonio dell’umanita’.
Una citta’ che trasuda storia da ogni pietra ,che rimanda ad un passato coloniale non troppo remoto.Che ha vissuto i fasti e le miserie legati al colonialismo,alla dominazione degli Omaniti che l’avevano si resa ricca, ma
al tempo stesso avevano depredato il continenente con la tratta degli schiavi ed il commercio di avorio ed altre merci preziose.
La dominazione omanita,durata piu’ di due secoli,ha lasciato un’impronta indelebile in questa citta’,influenzandone religione,usi,costumi,lingua,cucina.
Crocevia di popoli,lingue e culture,culla della cultura swahili,che si estendeva dalle coste del corno d’Africa fino al Mozambico.Un melting pot l’ha sicuramente resa unica ed e’ responsabile del suo fascino decadente.
Come una vecchia signora dalla bellezza appassita e dal trucco ormai sfatto.
Certo e’ una citta’ caotica,spesso l’aria e’ irrespirabile per il caldo e l’umidita’,le strade sono sporche ,ma chi conosce un po’ l’Africa sa che qui l’igiene e’ un optional.
Molti edifici sembrare stare in equilibrio precario e pronti a cedere da un momento all’altro,visto che non viene fatta manutenzione.
I suoi abitanti sembrano incuranti di tutto cio’,forse perche’ anche le loro vite sono precarie e mancano spesso del necessario.Anche qui,come in tutti i paesi poveri, vale l’arte dell’arrangiarsi,del tirare a campare.
Molti palazzi comunque in questi ultimi anni hanno subito dei grossi interventi di restauro,grazie agli investimenti di capitali stranieri.
Che li hanno trasformati in alberghi, unico modo per salvaguardarli rispettando lo stile degli edifici originari.
Bellissimi alberghi che potrete ammirare passeggiando sul lungomare o perdendovi negli stretti vicoli.
Non tralasciate i coloratissimi mercati,che trasudano merci di ogni tipo e umanita’,un’umanita’ colorata e chiassosa che non mancherete di immortalare con le vostre telecamere.
Sono uno spettacolo per i sensi le pile di frutta tropicale, le verdure, le spezie, i banchi della carne e del pesce con i loro inconfondibili odori,per stomaci forti.La contrattazione dei pescatori e delle massaie,che cercano di accaparrarsi la merce al prezzo piu’ conveniente.
Gotevi questo spettacolo che contrasta con l’asetticita’ dei nostri supermercati,carichi si di merce,ma poveri di umanita’.
Se non vela sentite di girare da soli e’ possibile anche avere una guida che parla la vostra lingua,cosi’ eviterete l’assedio dei tanti papasi che vi vogliono accompagnare in cambio di qualche scellino
Potrete dedicarvi ad una visita culturale partendo dal Mercato degli schiavi, per andare poi alla Chiesa Anglicana.Quindi il Forte Portoghese con il suo anfiteatro ed il Palazzo delle Meraviglie, antica abitazione del Sultano e primo edificio ad avere l’energia elettrica qui a Zanzibar.Di fronte al forte i Forodhani Gardens,giardini riportati agli antichi splendori dall’Aga Khan foundation.
Potrete fermarvi a cena in uno dei tanti ristoranti:non c’e’ che l’imbrazzo della scelta.Potrete assaggiare piatti italiani,indiani o cinesi,come pure piatti di cucina zanzibarina.
La citta’ e’ carica di atmosfera e mistero durante la notte,anche se la vita notturna finisce abbastanza presto ed i locali chiudono prima di mezzanotte.
E’ una citta’ magica,che non manca di svelare il suo fascino se avete la pazianza di scoprirla un po’ per volta.
Del resto il motto qui e’
Pole Pole
Piano piano,senza nessuna fretta.
Written by
ANNAMARIA POZZOBON
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